Una pineta di pini neri che risale al 1901, celebrata dal famoso poeta locale G.F. Simonetti nella poesia “la pineta dei Novai”, unica per il Collio e dove nidifica ormai da anni il corvo imperiale.

La pineta dei Novai è uno dei simboli dell’azienda non solo per essere l’unica pineta di pini neri presente nel Collio ma anche per la sua posizione strategica, proprio all’ingresso dell’azienda. Dà il nome alla fattoria didattica e ne è uno dei percorsi principali.

A oggi si contano ancora piu di 130 alberi secolari di pino nero. La loro caratteristica di avere un tronco altissimo e la parte vegetativa solo nella parte più alta è stato certamente uno degli elementi propiziatori dell’arrivo del corvo imperiale, volatile nerissimo e gracchiante dalla storia e dai simbolismi più svariati nelle grandi culture dell’umanità, che ha scelto proprio queste grandi altezze, dove poteva sentirsi al sicuro e in pace, per continuare la specie.

E’ cosi che la sua nidificazione nella nostra pineta è diventata ormai consuetudine e che per gli aspetti ecologici legati a questo evento la pineta è stata inserita nell’elenco degli Alberi Monumentali regionale e nazionale. In effetti il corvo imperiale risulta piuttosto raro in Italia, tanto da comparire fra le specie inserite nel Libro Rosso degli Animali d’Italia e ufficialmente, in Italia, nidifica solo nel Parco del Gran Paradiso.

Inoltre, da quest’anno, abbiamo cominciato a piantare la “nuova pineta 2020” con l’assistenza della Forestale, cosicché tra 100 anni altri dopo di noi potranno ancora godere di queste bellezze.

La pineta dei Novai

Spesso ritorno alla tua verde
pineta
fra i colli.
I fragili arboscelli
che la tua mano dispose
or son alti e fronzuti.
Odore di resina effondono.
Quivi, fanciullo
nella placida estate
venivo a correre per i boschi
con il fulvo cane,
e mi addormentavo stanco
nei meriggi sul prato
vicino al piccolo gregge.
Nella stalla il bue e le mucche
Moro Viola e Margherita
mi sorridevano innocenti
con i loro occhi buoni.

Colorate galline
raspavano nell’erba
e bianche oche
guazzavano nella pozza.
Nella cucina l’alare
crepitava nel fuoco
e la polenta
sulla tovaglia bianca
fumigava sotto il lume.
Candida fascia ricamata
ornava il camino
e tenda leggera come velo
la finestra ornata di glicine
apriva verso l’aia.
Di contro, sopra la madia
la grata, e ivi deposto
il grande messale:
la Bibbia.
Mio nonno lo meditava
e lo leggeva al desinare
mattina e sera
e con la solenne mano
segnava nell’aria
il segno della croce.
Alto e possente
con la chioma
e la grande barba bianca
un profeta pareva
un profeta antico
e sereno.

Ritorno alla tua verde pineta
nei meriggi di ogni estate.

G.F. Simonetti